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Calcio antico e calcio moderno

di Hellas Live

Pubblicato il : 19 Ottobre 2023 - 09:52

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Partendo dal presunto scandalo del presunto nuovo calcioscommesse, rifletto e scrivo alcune personali considerazioni. Continuo a leggere, nei commenti dei tifosi, frasi tipo: “Il calcio degli anni settanta, ottanta, novanta, era il vero calcio, non quello d'oggi”. C'è una parte di verità che in parte è dovuta all' inalienabile desiderio di restare giovani, in parte a quella polvere d'oro che ricopre i nostri ricordi, in parte ad una società e ad una maniera di vivere totalmente opposta a quella d'oggi. Fermo restando che indietro non si può tornare, alle volte un bene alle volte no, era proprio così come la raccontano?
Ho fatto parte di quegli anni, di quel calcio, che si inseriva in un contesto sociale in continuo sommovimento per le lotte sociali, per le guerriglie politiche urbane, per le contestazioni a tutte le istituzioni, ad ogni forma di autorità, con tanto di morti uccisi per strada, con un'inflazione al 23%, con continue svalutazioni della lira, con devastanti scioperi che fecero calare la produttività ai minimi storici, con rivendicazioni femministe in ordine ad aborto, divorzio, ruolo della donna nella società, città messe a ferro e fuoco e deserte dopo le 18.00.

Il calcio, e lo sport in generale, era povero: niente sponsor sulle maglie, niente proventi da TV, solo incassi, abbonamenti, cartellonistica, nessun contributo federale. Gli stipendi adeguati: le differenze tra le varie categorie molto, ma molto più limitate di oggi. Un calciatore di serie A finiva la carriera da benestante ma doveva inventarsi qualcosa da fare per il futuro, non poteva vivere di rendita come oggi.

Sul piano puramente sportivo, esistevano i due e non i tre punti dopo una vittoria: una regola che ha rivoluzionato la mentalità di società, calciatori, allenatori: in meglio questa volta. Una regola questa che ha eliminato quella brutta abitudine, allora passata per inevitabile anche tra i tifosi, di quei brutti pareggi concordati sul campo. Esisteva la possibilità di passare la palla indietro ai portieri, con relative lunghe manfrine e perdite di tempo: anche in questo caso oggi si è cambiato in meglio.

Le tifoserie erano violentissime e politicizzate, ci furono morti e feriti gravi: oggi sono state ridimensionate. I calciatori erano schiavi delle società, obbligati ad accettare trasferimenti non graditi, senza previdenza sociale: anche qui meglio oggi. Non esistevano le tecnologie di oggi e la marcatura ad uomo era violenta, durissima, intimidatoria in certi casi, comprese offese irripetibili in campo, gomitate, pugni, calcioni per fare male, gambe spezzate, nasi rotti, poco sanzionati per mancanza di prove televisive.

Non esistevano le palestre, i preparatori dei portieri, i preparatori atletici, le tecnologie di supporto del giorno d'oggi. Non esisteva il Var, che è vero abbia spezzettato il gioco, ma ha anche risolto oltre il 90% dei problemi sul campo: prima l'arbitro era un monarca assoluto e Dio solo sa quanti tra di loro ne abbiano abbondantemente approfittato, insieme alle grandi società iperprotette. Oggi il sistema è più democratico e giusto per le piccole, gli errori arbitrali non sono stati eliminati ma ridotti al minimo sì.

A mio modesto parere manca l'introduzione del tempo effettivo e la modifica delle regole su fuorigioco, mani e falli da rigore: così non vanno bene. Gli arbitri dovrebbero poter interloquire con gli spettatori, come nel rugby, spiegando in breve le motivazioni delle decisioni prese, ed i maxi schermo dovrebbero proiettare le immagini del Var.

I giocatori che cadono senza motivazioni, quasi sempre, devono essere sanzionati e non premiati: il 60/70% dei falli non esiste. Non bisogna avere paura del nuovo e delle tecnologie che portano solo benefici e pochi problemi. Aggiungerei al pool degli arbitri addetti al Var, un ex calciatore che possa dare una interpretazione migliore dei falli rispetto a loro.

Gli scandali sono sempre successi, accomunando giocatori famosi ad altri meno. Ricorderete Manfredonia e Giordano, Paolo Rossi, società come il Verona retrocesse per illecito, il doping, lo scandalo Moggi, il calcio scommesse partito da Cremona. Niente che non si sia già visto nello sport, anche in altri sport. Non giustificabile sia chiaro, ma pressoché inevitabile Niente che non si sia già visto e che sia pressoché inevitabile purtroppo: quando ero responsabile di settore giovanile, capii che su tante persone coinvolte, qualcuna rubava. Qualcuno che è stritolato dal demone del gioco ci sarà sempre. Non giustificabile beninteso, solo inevitabile.

La società di allora dava ancora spazio alla libera iniziativa dei giovani sportivi: oggi sono ingabbiati tra scuole, tempo pieno, compiti a casa, impegni vari e tecnologie che spesso piallano la loro libera volontà di crescere come persone compiute. Le conseguenze sono note e visibili sul campo. Non è però questo sufficiente a giustificare questo improvviso calo della qualità del nostro calcio. Altre federazioni, di altri sport, hanno lavorato bene negli anni ed oggi raccolgono frutti copiosi. Ciò vuol dire che la federazione poco ha fatto per invertire la rotta e così pure le società. E vuol dire che anche oggi i giovani, se ben condotti, hanno le identiche predisposizioni allo sport di allora, ma mancano di guide e di percorsi nei quali svilupparle.

Noi italiani siamo disfattisti e polemici per natura: è vero che la Nazionale non si è qualificata per i mondiali, cosa peraltro successa già in passato, ma è altrettanto vero che ha di recente vinto i campionati europei, che ha battuto il record di imbattibilità per le nazionali, che ha giocato a calcio benissimo per tre anni. Così come è vero che a giugno avevamo tre nostre squadre di club in finale nelle tre maggiori competizioni europee.

Si può migliorare? Certo che sì! Da cosa? Ripartendo dal calcio, quello vero e non dalle chiacchiere televisive, questo il lato negativo di oggi. Ricominciamo da un progetto serio, un nuovo indirizzo nelle scelte federali e delle società, dalla formazione dei giovani che deve inevitabilmente coinvolgere anche la scuola: oggi i giovani possono dedicare troppo poco tempo alle loro passioni.

L'istruzione è doverosa e necessaria, ma altrettanto necessario è il gioco ed il suo aspetto ludico: solo così si possono creare cittadini equilibrati e consapevoli delle proprie qualità. Il ritardo dei nostri ragazzi, in termini di ore dedicate allo sport, rispetto ai coetanei del mondo, è diventato abissale. Bisogna rivedere tutto.

Per concludere, è meglio oggi o ieri?
Né questo né quello: il mondo evolve e necessario è tenere il ritmo dei tempi, dedicando molta più attenzione di allora alla formazione dei giovani, oggi alle prese con problemi enormi da affrontare che non dipendono da loro ma da chi li circonda. Senza questi ci aspettano tempi grami. Chiedo scusa se sono stato prolisso. Post Facebook Mauro Gibellini, ex attaccante e direttore sportivo dell’Hellas Verona.
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14 Commenti

    1. F/=\bry

      Non sono d’accordo sul discorso che grazie al VAR oggi non si verificano più quelle situazioni di arbitri iperprotettivi nei confronti delle grosse squadre.. Molte volte quando c’è un episodio dubbio contro una di quelle squadre che potrebbe essere decisivo per il risultato, il VAR non lo vanno nemmeno a vedere. Par el resto a’n certo punto me son perso anca mi!

  1. Geribluforever

    Articolo sensato in tante cose. Non Si possono confrontare tempi diversi. Ho 59 Anni e ogni tanto Si ha nostalgia dei tempi passati. Ma non era tutto buono allora e non e’ tutto Male adesso:⁠-⁠)

  2. Leo

    È una riflessione molto bella e profonda che nasce da fatti oggettivi che fan da contorno alla memoria. Il mondo di allora lo ricordo magico perché non c’era questo tipo di tecnologia. C’era però una vera comunità nella quale si poteva confrontarsi guardandosi in faccia. Ero molto innamorato dei miei giocatori e guai a chi li criticava. Era un mondo diverso così come era un calcio diverso. Quanti minuti avrebbe giocato oggi un difensore di allora prima di essere espulso? Togli Baresi, Tricella, Scirea… eleganti e corretti…
    Bellissimo articolo. GRAZIE di averlo condiviso con noi.

  3. Toni

    Città deserte dopo le 18.00?
    Questa è una invenzione bella e buona!
    Per il resto, condivisibili molte cose, alcune (poche)molto meno

    1. F/=\bry

      È ovvio che si è CAPITO BENE tutto il pensiero.. Si è fatta una battuta sul suo essere prolisso.. Almeno io parlo per me.. 😉

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